Nome maschile. In francese, grasso di motore sporco, olio annerito per attrito con i componenti di una macchina.

“Il mio cambuis avrà il calore dell’ambra e dei muschi animali tinti dalla strana oscurità di un accordo di legno di guaiaco e foglie di violetta. Le note di zolfo del germoglio di ribes nero mescolato con le aldeidi ne disegneranno i contorni metallici, a cui l’essenza di mandarino donerà la brillantezza del cromo”
Pierre Guillaume

Collezionista di veicoli d’epoca, mio padre mi iniziò nell’età dell’adolescenza alla bellezza di meccaniche meravigliose, mentre assistevo al restauro delle sue Austin Healey, Jaguar e Mercedes. Fu durante le lunghe domeniche invernali che passammo ore in officina, lavorando, con le mani immerse nelle viscere delle sue sculture su ruote. L’odore di grasso ha sempre esercitato un’attrazione- repulsione su di me. Associato, a momenti felici della mia esistenza, questo «sudore di motore» dai penetranti sentori di catrame, di idrocarburi e di olio, allo stesso tempo a volte mi infastidiva. Qualche anno dopo, durante la lettura dell’opera di Jacques Lacarrière «Ce bel et vivace aujourd’hui» ho percepito la poesia nascosta di questo «Muco Nero» ed ho deciso di farne un tema su cui lavorare.

NOTE DI TESTA: Mandarino
NOTE DI CUORE: Legno di Guaiaco
NOTE DI FONDO: Ambra